Discorso per un amico

Autrice:
Viola Ardone
Casa editrice:
Einaudi Stile Libero
Data di pubblicazione:
19-09-2023

Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo Diario dei malanni di mente, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.

Autore: Erri De Luca
Casa editrice: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 30-04-2024

“In posti lontani abbiamo condiviso notti con le briciole di stelle cadenti, abbiamo respirato i loro pulviscoli incendiati dall’attrito con l’aria. Nel sonno abbiamo sentito la giravolta delle costellazioni con la Stella Polare fissa al centro, a pirolino di roulette. Abbiamo scippato certe notti così alla vita dei giorni. Distanti da candele, lampadine, fari e torri di guardia, abbiamo fissato nelle pupille la distesa dei puntini luce.” Sono pagine di commozione trattenuta, e per questo tanto più commoventi e vivide, queste che Erri De Luca dedica all’amico scomparso, seguito sui saliscendi in Himalaya, in Ecuador o nelle Dolomiti. Nell’indagare la causa della sua caduta, nel ripercorrere la via dove è morto, cercando il punto preciso del suo distacco dalla roccia, l’autore gli restituisce corpo e voce, riporta pagine dei suoi taccuini e passi dalle lettere che nel tempo si sono scritti, tracciandone un ritratto concreto e poetico – “chiamava regalo un mucchio di altre cose che a me non sembravano. La piccola nuvola scura che a cielo sereno precede il temporale, il fiore nella fessura di una parete a picco, l’incontro con uno stambecco: regali. Si ricevono e basta, magari con un grazie”. E al contempo restituisce, facendoci sentire la roccia sotto le dita, il suono degli zoccoli dello stambecco che fugge, il peso del corpo sugli appigli, l’amore comune per la montagna, la ragione stessa di scalare (scrive Diego: “questo salire al confine tra la vita e la morte mi piace e mi fa sentire intensamente la vita. In cima amo tutto e tutti”) e di leggere. L’amicizia, la montagna e i libri si intrecciano in questo Discorso con dolcezza, gratitudine e dolore, per attraversare il lutto e andare oltre: “Per me rimani Diego, per me insisti, prosegui e io continuo e seguirti”.
Una serie di fotografie seguono passo passo le parole.